Nel giorno dell’anniversario della caduta del muro di Berlino tre classi del Mattiussi-Pertini, la 1^C e 1^F Mattiussi, la 1^C Pertini hanno partecipato al progetto “Io ho cura” di educazione alla cittadinanza lavorando sul concetto di muro, divisione. E nella  prima giornata nazionale di mobilitazione contro tutti i muri hanno realizzato una parete di cartone, fatta di “mattonelle” con le parole che ricordano le divisioni, hanno prodotto dei manifesti anche in inglese per non dimenticare che i  muri si trovano ovunque. Tra le persone, i quartieri, i popoli, gli amici, i familiari. Ci sono muri della vergogna che ostacolano la pace e il dialogo, alcuni sono reali, come quello lungo dieci chilometri tra l’’Egitto e la striscia di Gaza costruito da Il Cairo con l’appoggio di Washington per bloccare l’importo di armi di Hamas, quello di oltre mille chilometri tra Messico e Stati Uniti, la nota linea di demarcazione militare coreana, che divide la Corea del Nord da quella del Sud, lunga 248 chilometri e altri ancora in troppe parti del mondo e poi ci sono i muri invisibili, quelli che risiedono nelle menti, nei cuori, diventano conflitti che sfociano nei femminicidi, in tragedie familiari.

Le docenti Daniela Dose e Sara Carnelos di lettere, Viviana Cervo di sostegno e Francesca Benetazzo di tedesco hanno accompagnato le classi in una riflessione che è sfociata con l’abbattimento del muro di cartone, simbolo dei muri che interrompono il processo di pace.

Gli studenti hanno potuto toccare con mano la strada irta di ostacoli che porta alle divisioni, il dolore, e il senso di liberazione quando si prova ad abbattere i muri che hanno provocato angoscia, terrore. Hanno compreso che le barriere facilmente possono essere innalzate, oggi ce ne sono ben oltre settanta di importanti e dolorose, ma solo una comunità intera con intenti di unione e collaborazione può distruggerle.